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L´argomento di oggi è uno dei concetti alla base degli atti con cui si agisce e che spesso non viene mantenuto a un livello cosciente che permetterebbe di porre attenzione e sviluppare buone pratiche rispettose dell´umanità e della sensibilità umana. Agire nel rispetto dell´umanità non vuol dire agire restando distante e sempre in lontananza come un osservatore dietro a una finestra. Agire nel rispetto vuol dire sporcarsi le mani, prendersi delle responsabilità, fare giusto, sbagliare, trasformare, modellare, seminare, ecc Insomma fare ed essere in azione in tutta la propria sfera (corpo, mente, anima, e sistemi in una rete).

Che cos´è  la cura?

La cura come modo di essere, un essere nel mondo e nella vita di tutti i giorni. La cura ha i suoi effetti come tale in ogni ambito se si avvia all´interno di una relazione vera, nell´autenticità, altrimenti rimane solo una sceneggiata o un momentaneo sollievo da una situazione. La cura è una pratica dell´essere umano, un andare verso, desiderare e agire per l´universo degli altri del quale si è parte.

Vi porto a guardare la cura di voi stessi e di come si sono presi cura di voi.

È nei gesti che si vive la cura.

Un corpo che non è mai stato accarezzato e curato con affetto, difficilmente potrà trasmettere quel senso di presenza, accoglienza e creare quell´ambiente sicuro in cui sentirsi tranquilli per poter abbassare le difese per far spazio alla possibilità di tirare fuori le proprie risorse e affrontare la situazione nella sua cruda realtà con tutti i propri mezzi. Ecco, nelle professioni sanitarie e sociali la cura la definirei come la capacità di essere presente come persona integra con tutta la propria umanità, tralasciando il professionismo a parte, e di tenere ben presente che davanti abbiamo un essere umano come noi, che pensa, prova emozioni e che vive la sua vita in cui cerca di essere partecipe e di riuscire a guidarsi in luoghi per lui di piacere, vuole sentirsi capace e presente nel mondo, presente a se stesso come ogni essere umano, nonostante i propri limiti. C´è in ognuno di noi una spinta che vorrebbe andare oltre i propri limiti e una che ci tiene ancorati alle cose che conosciamo. In una relazione occorre saper stare in un complesso all ´interno del quale ha vita la vita stessa nel tempo che accade. La cura è cosi una richiesta nei momenti in cui tutti noi tocchiamo la nostra umana fragilità e pertanto cerca esattamente questo per essere tale: un´altro che sappia stare, porgere la mano e uscire dalla sofferenza. La cura chiede di poter vedere l´altro senza proiettargli adesso nostre ferite o forse la cosa peggiore è porsi da professionista, esperto, da superiore mettendo avanti così il proprio narcisismo invece della propria umanità.

La cura è la relazione che comprende tutto il bagaglio comunicativo dell´essere umano nella sua totalità e sensibilità (corpo, mente, anima, cuore). La cura è saper essere in un noi orientato ad andare insieme verso la direzione desiderata anche se essa può essere utopica ma la spinta della vita stessa è essa stessa un utopia in quanto in fine giunge sempre la morte e lo fa irrompendo sempre e comunque allo scadere del tempo. Nel tempo in cui si è si può fare e il fare è sempre testimone e prova tangibile che si è in vita anche nei piccoli atti di un cammino stanco che ancora riesce a portare un piede davanti all ´altro e ricambiare con gentilezza un sorriso. E che gioia che sente il cure, anche solo in quel ´attimo c´è tutto il senso per cui valeva la pena vivere. Viviamo di attimi di gioia, gentilezza, tenerezza e di quelli andiamo in cerca costantemente perché sentir salire quel essere oltre noi stessi e oltre la stessa condizione in cui ci troviamo è già oro e ricchezza.

La dolce vita.

 

Marijana Jufer  

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