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Autore: Carolina Scinnimanco

I 5 RIMPIANTI PIU’ COMUNI NEGLI ESSERI UMANI

Vivere secondo i propri principi

Lavorare il giusto tempo

Esprimere i propri sentimenti

Nutrire le proprie relazioni di amicizia

Permettersi di essere felici

Queste sono le frasi che contengono le 5 cose che un individuo dovrebbe considerare in ogni giorno della propria vita per non arrivare alla fine dei propri giorni con i 5 rimpianti più comuni.

In un importante articolo su Unbounded Spirit, Bronnie Ware, assistente di malati terminali ed autrice di un best seller tradotto in oltre 24 lingue, riportò i 5 rimpianti più diffusi nei pazienti e che riporto di seguito:

Rimpianto 1:

Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei princìpi e non quella che gli altri si aspettavano da me. Con questo si testimonia la tendenza diffusa nel vivere per accontentare le aspettative degli altri. Il più delle volte cercando di soddisfare i desideri deipropri genitori incastrandosi nel dramma di relazioni genitoriali disfunzionali per la sana crescita ed evoluzione degli individui.

Spesso sappiamo cosa dobbiamo fare ma ciò che manca è il coraggio, pensiamo a ciò che la gente potrebbe pensare, i genitori, gli amici e così si finisce per accontentarsi di un lavoro monotono o di una relazione malsana.

Questo è uno dei principali motivi per cui, per non arrivare alla fine della propria vita con questo rimpianto, è dovere di ognuno liberarsi dalle catene esistenziali e permettersi l’autodeterminazione. E’ un percorso difficile ma arrivare alla fine dei propri giorni con questo rimpianto non lo è di più?

Rimpianto 2:

Vorrei non aver lavorato così tanto

“Ho lavorato troppo e adesso sono un uomo solo che si avvicina alla morte. La cosa peggiore è che sono stato solo per tutto il tempo della pensione, e non avrei dovuto.”

Lungo la propria vita l’individuo raramente se ne preoccupa, eppure quando i giorni incominciano a ridursi in modo significativo, le persone si rendono conto di aver vissuto una vita lavorando senza più ascoltare i propri bisogni esistenziali. Vivere una vita felici significa anche donare equilibrio ad ogni sfera di cui è composta.

E’ importante dunque fare in modo di nutrire l’equilibrio tra lavoro, famiglia e passioni così da non avere rimpianti in questo senso.

Rimpianto 3:

Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti “Avevo troppa paura di mostrare i miei sentimenti. Così non ho fatto altro che lavorare mettendo una distanza tra la mia famiglia e me. Non meritavano di restare tanto soli. Adesso vorrei che sapessero chi sono veramente.”

Non saper esprimere ciò che si sente è un problema molto diffuso, che crea una barriera per cui non solo non ci esprimiamo e quindi castriamo i nostri sentimenti ed emozioni oltre che la nostra voce, ma finiamo anche per essere percepiti dagli altri in una maniera distorta e questo crea è doloroso specialmente se quegli “altri” sono i nostri cari.

Questa tipologia di barriera viene costruita negli anni a causa di una società di adulti impreparati che abbiamo incontrato da bambini.

In effetti la qualità di esprimere i propri sentimenti era parte di noi nei primi anni della nostra vita.

Per evitare questa tipologia di rimpianto serve dotarsi di una buona quantità di coraggio e intraprendere un percorso di riscoperta di sè stessi ed accettazione dei propri sentimenti, in questo modo poi condividerli sarà il traguardo finale.

Rimpianto 4:

Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici

“La cosa che mi manca più di tutte sono le mie amicizie. Alcuni sono morti. Altri sono in situazioni come la mia. Con altri ancora ho perso i contatti. Vorrei non averlo fatto. Pensi che gli amici ci saranno sempre. Ma la vita va avanti e improvvisamente ti ritrovi senza più nessuno al mondo che ti capisca o che sappia qualcosa della tua storia.”

Oggigiorno, il senso di solitudine è qualcosa di profondamente insito nella vita delle persone. La mancanza di tempo, di lealtà data da una società che spinge in direzione della separazione e delle relazioni superficiali. Ma siamo animali sociali, abbiamo bisogno dell’altro per esistere. Nelle situazioni difficili solo un vero amico è ciò di cui si ha davvero bisogno, qualcuno che ci conosce profondamente e che può realmente sostenerci. Nelle situazioni divertenti con gli amici invece, nutriamo la nostra anima per vivere la vita con le forze di cui abbiamo bisogno.

Scegliere di nutrire le relazioni di amicizia oggi è davvero un atto rivoluzionario per l’intera esistenza.

Rimpianto 5:

Vorrei aver permesso a me stesso/a di essere più felice “Ogni giorno è un dono adesso, sai. È sempre stato così, ma solo ora ho rallentato il ritmo abbastanza da riuscire a scorgere l’enorme bellezza che ogni giorno ci offre. Possiamo dare così tante cose per scontate.” La felicità e la gratitudine sono due forze invisibili con una forza dirompente. Generalmente il pensiero comune è quello di dirsi :” Sarò felice quando otterrò…” In realtà quel momento durerà molto poco nel migliore dei casi, perchè con questa attitudine di solito non si ottiene l’oggetto desiderato perchè si resta incastrati nel codice interiorizzato secondo cui bisogna rincorrere la felicità e non viverla.

Mentre invece ciò che ci insegna il rimpianto di queste persone malate terminali è che la felicità è una scelta nel quotidiano. E’ una sensazione che si sceglie di vivere durante il viaggio, E’ strettamente collegata con la gratitudine di ogni giorno, ogni gesto ed ogni respiro.

Scegliere di vivere con questa disposizione interiore, può davvero fare la differenza alla fine dei tuoi giorni.

Un articolo di: Carolina Scinnimanco

Fonti:

Book:

THE TOP FIVE REGRETS OF THE DYING: A LIFE TRANSFORMED BY THE DEARLY

DEPARTING GIVES HOPE FOR A BETTER WORLD.

 

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